martedì 10 dicembre 2013

Caro Babbo Natale

Caro Babbo Natale, siccome so che sei molto indaffarato a preparare la tua slitta per caricarla di regali da distribuire a tutti i bambini buoni, io ho deciso di anticipare la mia letterina perché mi preoccupa il fatto che non potresti leggerla. Il tuo vestito è rosso sgargiante e mi auguro che lo sia ancora perché a Teverola, di rosso ce n’è veramente bisogno visto che tutti quelli che lo amavano, ora indossano un vestito con colori misti qui li chiamiamo “pagnottisti” ovvero stanno un po’ di qua e un po’ di là dipende dalla “pagnotta” da distribuire.
Quando passi per Teverola ti prego di recarti anche nella Casa Comunale, perché anche li ci sono dei bambini che sembrano cattivi, ma in realtà sono tutti buoni, mi raccomando non ti dimenticare di passarci perché in quel posto regna il grigiore, l’insensato, la noia delle parole dette cosi per nascondere la dura realtà della nostra città fatta di insicurezza e di incertezze.
E visto che passi per quella Casa porta i regali a quei 4 bambini sfortunati e fantasmi che l’Amministrazione Comunale ha accolto dopo essere sbarcati da soli a Lampedusa.
Puoi portare anche un regalo ai bambini dell’opposizione; sai io avevo pensato ad un Codice Civile e un Codice di Procedura Penale cosi se lo leggono e risparmiano qualche soldino per le numerose denunce nonché esposti prodotti da un anno a questa parte; quei soldini cosi li metteranno da parte per fare una bella beneficenza e aiutare altri bambini poveretti senza ricorrere ai pacchi della Caritas come fanno gli altri bambini più grandicelli e più furbi.
A tanti bambini che amano le costruzioni della Lego, ti prego porta loro un camion, una pala meccanica e una betoniera cosi la smettono di finire di cementificare Teverola. Per questi bambini ti chiedo di anticipare i regalini a fine Agosto cosi non aprono altri cantieri a Via Viella Nuova e Via Campanello.
P.s. devi saper caro Babbo Natale che questi bambini se non costruiscono non riescono a stare fermi e iniziano a romper le case più vecchie per fare le case nuove e fare tanti piani, ma veramente tanti, più di quelli del “Piano Casa”, quindi cerchiamo di accontentarli.
Quando passi per le case portati un lampada a risparmio energetico, sai con le due centrali elettriche non c’è da fidarsi, potresti rimanere al buio come spesso succede in diverse zone della città; portati pure la mascherina perché l’inquinamento c’è ma nessuno lo deve sapere.
Non sono cose difficili. Tu che sei buono puoi far comprendere agli amministratori che i più grandicelli hanno bisogno di svago e divertimento, di una villa comunale, un auditorium, di una biblioteca e altro ancora per non andare sempre in altri paesi limitrofi a giocare, a studiare e a passeggiare.
Portaci anche qualche nuovo posto di lavoro serio, un po’ di gente nuova e qualche atto trasparente.
Non fare i soliti favoritismi mi raccomando! Il mio augurio è che riuscirai a soddisfare questi desideri; però questo ultimo lo devi esaudire perchè non ti impegna molto: Perché non porti via con te questa Amministrazione Comunale? Tu non sai quanti cittadini lo desiderano ma nessuno te lo chiede….

da Bloq.it luglio 2011

mercoledì 27 novembre 2013

"Parlando dì"... PUC

I Comuni della Provincia di Caserta che, entro il gennaio 2014, non avranno vigente il Piano urbanistico comunale, ai sensi della legge regionale della Campania numero 16/2004 andranno incontro a problemi non di poco conto, ed, al momento, sottovalutati, non solo per il settore edilizio ma anche per la gestione amministrativa dell’Ente. Infatti, essendo stato pubblicata sul Bollettino ufficiale della Regione Campania la delibera di approvazione del Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Caserta nel luglio del 2012,  a partire dal gennaio 2014, per tali comuni privi di Puc, si applicheranno le disposizioni dell’articolo 9 del Testo unico dell’edilizia – Dpr numero 380/2001.
L’applicazione di detto articolo, che consente soltanto a) gli interventi previsti dalle lettere a), b), e c) del primo comma dell'articolo 3 che riguardino singole unità immobiliari o parti di esse; b) fuori dal perimetro dei centri abitati, gli interventi di nuova edificazione nel limite della densità massima fondiaria di 0,03 metri cubi per metro quadro; in caso di interventi a destinazione produttiva, la superficie coperta non può comunque...”, determinerà, obbligatoriamente, una ulteriore riduzione dell’attività del già sofferente settore dell’edilizia (il che non è, poi, tanto male, vista la sopraproduzione e l’eccessivo consumo di suolo avvenuti negli ultimi 30 anni, particolarmente nell’agro aversano).
Quello che, però, i Comuni hanno sottovalutato, è la complessità degli atti tecnici e delle procedure necessarie per arrivare alla vigenza del Puc, nonché gli effetti, sulla vita amministrativa dell’Ente comunale, dell’applicazione della norma sopra riportata.Quanto alla complessità degli atti tecnici ed amministrativi per giungere all’approvazione del Puc, essa va dal reperimento della cartografia – rinvenibile presso la regione Campania - alla individuazione dei redattori degli atti tecnici (geologo, agronomo, architetto/ingegnere) possibilmente a mezzo di scelta con evidenza pubblica, alla redazione del documento programmatico, del rapporto ambientale, del progetto urbanistico del piano.
In ordine al dimensionamento, poi, i Comuni dovranno rispettare i riferimenti che, quale parametro massimo, ha indicato la Provincia di Caserta sia nel piano provinciale che nelle riunioni avute con gli Enti; detto dimensionamento dovrà tenere conto di quanto realizzato dal 2001 a vario titolo (attuazione dei piani vigenti, Piano casa, abusi ), sottraendolo a quanto realizzabile, al massimo, al 2018- termine temporale di riferimento del Ptcp.
Per la tempistica, attesa le procedure ed i tempi previsti dalla legge per la pubblicità e la partecipazione dei cittadini alle varie fasi del Piano, essa non sarà inferiore a 12 – 15 mesi dal momento del conferimento dell’incarico; se a tali tempi di predisposizione del progetto si aggiungono quelli necessari agli enti preposti alle varie fasi di approvazione degli atti (Genio civile, autorità di bacino, amministrazione provinciale e, dove necessario, anche soprintendenze ed ente parco), è chiaro che prima di qualche anno i Comuni non saranno dotati del Piano.
Quanto agli effetti che saranno determinati, per i Comuni non dotati di Puc alla data del gennaio 2014, vi saranno quelli relativi al ridimensionamento dell’imposta Imu, tenuto conto che il declassamento dell’utilizzabilità delle aree ai fini della edificabilità, porterà ad una riduzione del gettito, a partire dal 2014 e fino alla data di adozione del nuovo Puc. Peccato, perché l’occasione, pur senza volere aggiungere enfasi, è storica! Quando, infatti, capiterà più che 97 Comuni della provincia di Caserta (7 sono già dotati di Puc) programmeranno contemporaneamente l’uso del proprio territorio?
Gli amministratori comunali dei Comuni della Provincia di Caserta hanno ancora pochi mesi per provvedere, sempre che non vogliano, per scelta politica, fermare ogni modalità di nuova edificazione non approvando i nuovi Piani Urbanistici Comunali, con gli effetti anche sul gettito tributario, come sopra si è detto. Nel frattempo, è da augurasi che gli Enti preposti alle varie fasi di approvazione dei Puc (amministrazione provinciale, Genio civile, autorità di bacino, soprintendenze, ente parco) si attrezzino in previsione dell’arrivo, in pochi mesi, di 97 strumenti urbanistici da approvare.
Ma l’obbligo di redazione del Puc, oltretutto, potrebbe rappresentare, altresì, un’occasione importante per risolvere il drammatico problema degli abusi edilizi, oramai a migliaia nell’ Agro Aversano, sempre che il legislatore regionale o statale lo voglia. Infatti, un semplice, breve articolo di legge regionale o statale basterebbe a risolvere, almeno, gli abusi di “necessità”, comunque, in aree non a rischio idrogeologico o sottoposto a vincolo paesaggistico o ambientale. Evidentemente, i titolari della legislazione preferiscono lucrare elettoralmente sulla speranza dei cittadini “abusivi”, più che affrontare realmente il problema, lasciando la patata bollente alla magistratura.

Alberto Coppola, Docente di legislazione urbanistica Facoltà di Architettura Università degli Studi Federico II – Napoli

"Chi l'ha visto?"










 





lunedì 25 novembre 2013

Trasparenza amministrativa

Dlgs 33/2013 - Articolo 31, comma 1

Art. 31 - Obblighi di pubblicazione concernenti i dati relativi ai controlli sull'organizzazione e sull'attività dell'amministrazione
1. Le pubbliche amministrazioni pubblicano, unitamente agli atti cui si riferiscono, i rilievi non recepiti degli organi di controllo interno, degli organi di revisione amministrativa e contabile e tutti i rilievi ancorché recepiti della Corte dei conti, riguardanti l'organizzazione e l'attività dell'amministrazione o di singoli uffici.

mercoledì 30 ottobre 2013

Non vedo... Non sento... Non parlo...

Noi tutti siamo nemici del silenzio. Ognuno di noi ama parlare. La nostra società è senza silenzio ed il tempo trascorso è un continuo, fragoroso baccano. Il nostro è un enfatizzare di personalismo rispetto al prossimo”. Cosi alcuni studiosi descrivono il “silenzio” che, da una visione  morfologica della parola stessa assume, in diversi contesti, svariati significati: il silenzio è anche sinonimo di tranquillità,  pace, tregua e tant’altro.
Hanno ragione? Penso proprio di si…
Il nostro tempo è un insistente “vocio” ed ognuno di noi  si rende felice del proprio dire. A volte anche non riflettendo o non pesando quel che si dice; a volte, incurandosi che colui che ascolta non interloquisce, non ti da retta e ti onora della sua presenza perché non ha il coraggio di andare via o aspetta il momento opportuno per farlo. Ma il suo silenzio è chiaro. Esso è un linguaggio che indica un personale stato d’animo: disprezzo, rabbia, antipatia, tolleranza, ignoranza e altro.
È il silenzio che ci viene in aiuto quando veniamo invasi da tanti messaggi; è con esso che inizia successivamente il dialogo costruttivo, ma a volte anche distruttivo.  Il silenzio va ascoltato anche se “non va di moda”, non va sottovalutato poiché il continuo vociferare rende  fragile la nostra capacità di ascolto e, contestualmente, lo sviluppo della riflessione nonché l’ascolto del proprio “io”, della nostra coscienza che ci avvicina a noi stessi..
Quindi impariamo ad ascoltare perché ci aiuta a farci aprire con il prossimo, ci aiuta a comunicare con persone, ma impariamo anche a rimanere in silenzio perché aiuta ad incrementare l’espressione comunicativa; ci sostiene nella logicità comportamentale, nell'apertura mentale; ci aiuta ad essere corretti ed assumere bilanciati modi di essere.
Il silenzio, comunque, in un contesto dove il rumore prevale, è anche disinformazione; ma questo è un capitolo a parte.


da Zoom In 

lunedì 28 ottobre 2013

In giro per la città

In giro per la città incontri, a volte, gente che ti regala le sue storie. Spesso sono storie malinconiche, storie di debolezza dinanzi ad una menzogna o un diritto calpestato.
Di solito   sono storie di difficoltà familiari, come quella del papà che denota una indifferenza da coloro che riteneva “amici”, cui si è rivolto per un aiuto o di quella donna che emigrata al nord aveva scelto il cimitero del suo paese originario  per custodire le spoglie del suo amato consorte e, ritornata nella sua città, trova la tomba spogliata, derubata, deturpata da loschi faccendieri della notte. Storie inverosimili che non riesci, nemmeno con l’immaginazione, a pensarle se nessuno non te le racconta. Ti fanno conoscitore di fatti che non fanno parte delle umane e  civili gesta di una comunità, come alcuni continuano, insistentemente, a chiamare chi risiede in questa piccola città.
Come quel piccolo condominio, che ogni fine settimana si ritrova senz'acqua potabile, deficienza  che costringe,  le persone che vi abitano, ad ogni rimedio possibile per tamponare il problema che non trova facile risoluzione. Un tira e molla tra istituzioni che non cerca di rimediare, un banalissimo inconveniente dovuto alle  ridotte dimensioni della conduttura idrica e, di conseguenza, che non riesce a soddisfare i bisogni di una  popolazione che nel corso degli anni è cresciuta sempre di più. .
Il racconto di queste “storie” mi fa pensare  a tutte quelle persone che hanno  lasciato il proprio paese e che, per la  festa di Ognissanti e commemorazione dei defunti, ritornano a visitarlo per pochissimi giorni. Immagino il dispiacere nel vedere una città abbandonata all'incuria, un territorio che allontana piuttosto che rievocare  i ricordi; immagino il disappunto  nel camminare per un paese ormai deserto e senza l’essenziale; persone che hanno un radicamento forte ad una città che fa parte della propria vita. Immagino la collera di quel papà nel  vedersi chiudere le porte del suo migliore amico, la rabbia di quei cittadini che si vedono abbandonati da chi dovrebbe prendere a cuore i propri problemi, la tristezza e il dolore che ha provato quella donna emigrata nel vedere la tomba di suo marito denudata, umiliata, maltrattata, trasgredita e nello stesso istante rendersi conto di aver lasciato una città che non sa rispettare i suoi morti; una città incapace di  conservare la propria memoria, una città designata all'autodistruzione.
La donna lascia la città che non ha saputo difendere il suo ricordo, lascia la sua terra definitivamente, consapevole che un popolo che non sa custodire le sue memorie secondo le regole, è un paese “piegato” come “misero” è l’appellativo di città.

venerdì 25 ottobre 2013

Vi presento Franti, il mio nuovo compagno di banco!!!

di Antonio Zacchia


Ottobre

il primo giorno di scuola
17, lunedì


Oggi primo giorno di scuola. Passarono come un sogno quei tre mesi di vacanza in campagna!È cosi che inizia uno dei più grandi libri della letteratura per l’infanzia, Cuore di De Amicis, pubblicato nella seconda metà dell’ottocento quando in Italia si erano verificate due fenomeni storico-sociali rilevanti: l’alfabetizzazione e l’industrializzazione.
Custodisco gelosamente una copia, ormai sgualcita, dono prezioso di mia cugina Filomena durante la preparatoria per le scuole medie e, senza essere egoista, stavo valutando se era il caso di farlo leggere a mio figlio quando sarebbe cresciuto e pronto per le scuole dell’obbligo.
Ma nello stesso tempo mi sono reso conto che il “Cuore” ha tormentato intere generazioni con le diverse personalità dei suoi personaggi e si corre il pericolo di riviverli nella nostra realtà.
I “personaggi”,  fiumi di parole per descriverne l'introspezione psicologica dovuta all'assenza,  da parte dell’autore, dell’evoluzione psicologica degli stessi; avvalendosi  solo di un attributo  che resta attaccato, come un “marchio” indelebile, per tutto  il racconto. Enrico (il narratore) nel suo diario  ne delinea il quadro eterogeneo dello stato  sociale dei suoi compagni di classe: c’è Garrone, il buono; Robetti, con le stampelle; il muratorino, con il muso di lepre; Nobis, l’emblema della superbia;  Votini   esempio dell’invidia; Stardi  il “grugnone”; Nelli il piccolo  gobbino; Crossi, figlio dell’erbivendola; Derossi, il modello,  e poi c’è Franti,  cattivo, infame, bullo, impenitente, incolto, burbero, malvagio, primitivo.  
Il Franti  che nessuno desiderava avere seduto a fianco e, ancora oggi, chi vorrebbe Franti come compagno di banco?  Chi vorrebbe “quel faccia tosta e triste che fu espulso da un’altra sezione?
Franti era antipatico ad Enrico: era l’unico irrecuperabile, il cattivo per eccellenza, il ragazzo senza affetti ne commozioni, ai margini della società e classificato come “diverso”, tenuto fuori dal mondo scolastico e disprezzato all'esterno con ugual misura, senza tener conto dell’influenza negativa della società stessa. Franti era colui che dava fastidio, parlava troppo, era cocciuto, era insistente e, per queste colpe, doveva uscire di scena… Enrico non aspetta altro: “ma Franti dicono che non verrà più perché lo metteranno all'Ergastolo”. Ergastolo come segno di punizione alle sue cattiverie, sbattuto in prigione per l’eterno silenzio.
Ma chi era Enrico? Nel racconto parla poco di se, non si sanno i propri voti ne se viene promosso, oppresso dalla famiglia con un continuo epistolario minatorio che trascrive sul suo diario, immerso da complessi che lo vedono diviso tra, l’ammirazione docile verso il Garrone e un’attrazione omogenea verso Derossi, il biondo, il più bello della classe, “colui che bacia il calabrese”. Enrico era di carattere immaturo, mutabile nei suoi pensieri, servo  di ambigui cambi di personalità, si adeguava ai criteri che la gente era  pronta ad accettare.
Enrico era un piccolo borghese predisposto all'autoritarismo e pronto a sparare sulla Croce Rossa; era ipocrita a tal punto che non ebbe mai  il coraggio di dire al Franti di essere un carogna.
Il Franti di oggi,  per Enrico è:  l’ingranaggio che non funziona ovvero la sabbia tra il “cuscinetto” che blocca il meccanismo e lo fa cigolare, colui che non si rassegna, non si sa adattare. Franti mena, ghigna, va contro le convenzioni prefissate pronto a svelare i loschi progetti. Franti potrebbe fare qualcosa di costruttivo, andare incontro alle richieste della gente, ma è  tenuto a bada dall'opinione  diffidente di Enrico, che lo vorrebbe eliminato dalla scena per evitare che in lui si possa intravedere una reale funzione e che potrebbe svolgere un ruolo primario, in una realtà dove il nuovo ha il sapore di vecchio.
Franti viene frenato dalla visione dubbiosa di Enrico che non ha potuto estendersi come schema reimpostato di cui solo in pochi, privilegiati e conoscitori, potevano gestire; è stato raccontato da Enrico e non ha assunto la funzione di narratore, è rimasto nell'ombra ovvero  una crepa nella tessitura di Enrico che ancora oggi non sa  il perché della sua presenza inspiegabile e irrisolta.
Franti dopo decenni viene  elogiato. Enrico rimane nell'indifferenza  e lasciato nelle  pagine della narrativa e lasciato nell'oscurità che avvolge qualche persona e la fa diventare diversa da come lo è.

Franti, per sempre il mio compagno di banco!!! 

venerdì 18 ottobre 2013

Offresi opportunità di lavoro per 11 persone. Astenersi perditempo

Ai candidati è offerta l’opportunità di carriera interna per tentare la scalata al comune e ricoprire l’incarico di Sindaco, Assessore e Consigliere

I cittadini  offrono la possibilità a residenti e non di lavorare per pochissime ore settimanali nella propria città. Si tratta semplicemente di un contratto part time per un periodo di 5 anni con possibilità di rinnovo per altri 5 (per altre tipologie di incarichi,  la possibilità di lavoro si può estendere per tutta la vita nda).I posti a selezione sono: Sindaco, Assessore e Consigliere,  incarichi che non richiedono particolari requisiti ovvero: i candidati devono essere in possesso di qualità morali e di condotta incensurabili nonché, considerato  la presenza di “quote rosa” imposta per legge, qualora selezionati, non devono esternare eccessiva libidine espressa attraverso parole o gesti,  in particolare  se selezionati per i lavori di “minoranza”  non devono rifilarsi per un piatto di pasta e fagioli ai selezionati per i lavori di “maggioranza”. Caratteristiche comune a tutti: 
agire per il bene comune senza elargire incarichi dirigenziali come “ticket” per accattivarsi gli amici o gli amici degli amici; evitare di occuparsi delle cose che non sono in “comune”; per eventuali altre opportunità di lavoro non favorire sempre gli stessi ovvero la famiglia e/o i nipoti che stanno già sistemati tutti; ottemperare alle disposizioni di legge in merito alla dichiarazione del patrimonio personale per evitare di impossessarsi di cosa altrui; evitare di dare incarichi esterni(?) e poi portarsi il lavoro nel proprio studio; evitare di incontrare persone che non vanno d’accordo con “la legge è uguale per tutti”, se vi venisse proposto di prendere un caffè o di andare a mangiare una pizza con persone sospette o adepti di associazioni varie, parlatene con il vostro capo, eviterete “intossicazioni”; se selezionati per i lavori  di minoranza, è assolutamente vietato passare ai lavori  di maggioranza in qualsiasi forma; qualora si ha a che fare con la “legge” l’aspirante candidato non può  partecipare alla selezione.
A parte gli scherzi, non vi sembra vero ma, anche se le consultazioni amministrative sembrano lontano, nella città già è clima elettorale.  Non si era mai visto un contesto  come questo dove  i schieramenti principali sono alla disperata ricerca di un candidato che non sia “tradizionale”.Sia a destra che  a manca, le “nuove leve” hanno l’ordine  l’imperativo di  trovare uno che non ha niente a che fare con loro, uno che gli elettori non possano riconoscerlo come “vecchia politica” e ci caschino come allocchi; oppure, disperatamente alla ricerca di uno che faccia da scompiglio all'avversario di turno.
C’è chi si presenta con un “curriculum” da far invidia ad un  docente della “Bocconi” dicendo di essere un professore universitario, chi sostiene di essere “l’illuminato” della Vergine di Medjugorje, chi sbaglia gas facendo confusione, al posto del CO2 usa l’elio e non si capisce ancora quello che dice, chi invece solo per l’esclusivo gusto di rompere le uova  nel paniere.   “Scherzi a parte” le vicende che giornalmente si verificano nella piccola cittadina con una attuale volontà amministrativa dormiente e/o "analizzata",  il  quadro globale è da fare oggetto d’attenzione  perché nella sua totalità, molto singolare, non è il miglior  scenario che si prospetta per le amministrative del 2015. In realtà, in città regna  una situazione che da vent'anni dà ragione ad una compagine amministrativa che non ha fatto più di tanto e, tuttavia, considerato che da parte dei cittadini c’è una richiesta di  cambiamento, ma non solo, per dare anche una possibilità di scelta che costituisca un confronto alle future proposte dell’attuale amministrazione, i futuri candidati dovrebbero riorganizzarsi o meglio rinnovarsi e, trarre quello che di buono possono offrire,  per porsi da alternativa e mettere così in tavola una dialettica politica non oppositiva ma costruttiva per il bene e la crescita del territorio.


martedì 15 ottobre 2013

Mentre a Roma si discute, Sagunto viene espugnata

Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur!  mentre a Roma si discute, Sagunto viene espugnata è la locuzione latina che, in questo periodo, si sposa perfettamente alla piccola cittadina di Teverola.
Mentre i cittadini scendono in strada per sensibilizzare le istituzioni sulla problematica “Terra dei fuochi” e per  dire basta allo scempio del territorio, nelle stanze del palazzo municipale invece si infittisce il giallo sull'attentato di qualche giorno fa nei confronti della locale polizia municipale.
Teverola sprofonda nei tempi bui della camorra…; non c’è volontà per risalire alla verità; non ci faremo intimorire” sono queste alcune delle righe che da giorni si susseguono a fiumi sulle pagine dei media.
Le attività di polizia giudiziaria vengono rese difficoltose dalla condotta “restia di favella” da parte di amministratori e dipendenti comunali”, lamentano gli inquirenti, ma se non ora che la presenza dello Stato è più vicina al cittadino, quando si abbandona questo  comportamento che  fa rivivere tempi in cui le istituzioni stesse erano forse preda di un terrore disseminato dalla criminalità organizzata, che senza pudore, avvelenavano il  territorio? Sono risposte che tarderanno ad arrivare.
Il balletto omertoso tra chi vuol mantenere posizioni di privilegio e di impunità continua imperterrita,  non si vuole  buttare via quella maschera che per decenni si insedia tra coloro che dovrebbero sostenere gli interessi del bene comune.
Il popolo ha  bisogno, in una realtà dove i rappresentanti devono stare con il popolo e non lontani dal popolo, di sostegno di aiuto a combattere quel morbo che si insedia ovunque. Urge il bisogno di accelerare quel continuo ed opprimente ritardo della  verità.
Verità, in  merito ad altre indagini condotte dalla  Guardia di Finanza, dalla Procura della Repubblica, dalla Squadra Mobile che tardano ad arrivare; come tardano ad arrivare le decisioni  in merito ad  altri accertamenti sulle attività amministrative dell’esecutivo Lusini iniziati già all'indomani del suo insediamento e che tuttora interessano le autorità giudiziarie con un continuo via vai delle  “fiamme gialle” dalla casa comunale.
Sotto riflettore l’appalto della  piscina comunale, i sottotetti abusivi, edilizia privata, il cimitero e per finire il PUC che ha avuto un percorso contestato e travagliato da attirare le attenzioni della Commissione consiliare per la  trasparenza  della Regione Campania, presieduta da Nicola Caputo, che proprio in un’audizione (ancora aperta nda) furono evidenziati dei vuoti legislativi nonché un’occasione per  interfacciarsi con la Provincia.  Osservazioni che l'Ente sovracomunale non lesina  a determinare, con la richiesta formale di integrazioni e modifiche sostanziali al “Piano della discordia”
Si attende imperterriti la verità...

martedì 24 settembre 2013

Via gli italiani dall’Agro aversano per inquinamento

Dopo due anni dall'allarme dato dalle autorità militare dell’US Navy, le autorità sanitarie italiane chiudono i pozzi inquinati di Casal di Principe…che notizia!!!

Via le truppe Usa dall’Agro aversano, per inquinamento

di Antonio Zacchia

“Ha traslocato pochissimi giorni fa l’ultima famiglia americana che risiedeva nel comune di Casal di Principe, l’ultima di altre 60 che l’hanno preceduta ad abbandonare definitivamente questa terra martoriata dalla criminalità e non solo. L’ordine è venuto dall’ autorità militare dell’US Navy  seguendo le indicazioni dei tecnici e degli standard di qualità dell’EPA . L’Agenzia ambientale degli Stati Uniti ha monitorato, per diversi anni, le abitazioni dei connazionali e l’ambiente circostante  su un vasto territorio compreso tra Napoli e l’Agro aversano; dai controlli effettuati è emerso che  400 tipi diversi di sostanze tossiche, in tre zone ( Casoria, Marcianise e Agro aversano),  superano gli standard di sicurezza stabiliti dalla legge americana in particolare l’acqua delle falde acquifere usata quotidianamente per diversi fini. L’autorità americana ha provveduto a mappare queste aree e, per motivi precauzionali, le ha dichiarate non abitabili. La stessa autorità ha  ammonito  coloro che restano, nelle zone adiacenti, a bere e a cucinare solo ed esclusivamente con acqua minerale poiché l’acqua inquinata, non è solo quelle dei pozzi privati autorizzati o illegali, ma  anche quella dei rubinetti a causa di allacciamenti illegali alla rete pubblica.“Nessun allarme”- fanno sapere le autorità sanitarie americane- i dati acquisiti non fanno registrare aumenti anomali di affezioni croniche e/o maligne, ma l’acqua è inquinata ed è un grave problema. Il tipo di sostanze rilevate provengono sicuramente dai numerosi depositi illegali di rifiuti tossici e nocivi provenienti soprattutto dalle industrie del nord e dai depositi, ormai definitivi, delle eco-balle ammassate in un raggio di diversi chilometri.“Il percolato derivante dalle tonnellate di rifiuti dannosi e meno dannosi depositati sul terreno in zone a noi vicine come Parete, Giugliano, Villaricca, Villa Literno,  entro cinquant’anni avvelenerà le falde acquifere di decine di chilometri quadrati di territorio, distruggendo con essi la vita di qualsiasi vivente”  questi gli studi di un geologo toscano. Nel 2064, il disastro ambientale sarà inevitabile.Intanto gli americani ci hanno preceduto di 50 anni e abbandonano queste terre devastate non dal problema dei rifiuti, no dalla criminalità ma piuttosto dalla pluridecennale emergenza rifiuti tossici e nocivi abbandonate nelle campagne della ormai defunta “Campania Felix”.Bisogna, e con una certa celerità,  bonificare questi terrori. Bonifica che tuttora non è mai iniziata anche perché nessuno ne parla tranne qualche generale americano.”
da Bloq.it del 20 luglio 2011


Teverola: Rifiuti tossici nelle terre limitrofi

Il “pericolo” alle porte della cittadina che non esime l’Amministrazione Comunale ed in particolare il  Sindaco Biagio Lusini, ad intraprendere qualsiasi azione per tutelare la salute pubblica.
  
Accertatevi, quello che ho detto è tutta verità” con queste parole si chiude la lettera anonima di un 80enne di Gricignano e pubblicata da diversi media locali, qualche giorno fa. Una lettera denuncia di fatti rimasti  inascoltati per anni, la liberazione di una verità serbata per oltre un trentennio che l’anziano rivelatore minuziosamente descrive: una cava usata per lo sbancamento di terreno per la costruzione dei viadotto Nola-Villa Literno, “su questi terreni vi era una grandissima cava molto profonda fino ad arrivare alla falda acquifera dove per anni è stata sversata immondizia di tutta la zona, questo fino al 1987. Dal 1988 si sono sversati rifiuti di ogni genere anche pericolosi. Sono a conoscenza di questa cosa perchè possedevo del terreno confinante con questa cava”. Dalla testimonianza dell’anziano vengono rivelati anche le modalità di sversamento nonché ricordi di proprietari terrieri, confinanti con lo stesso sito,  deceduti per tumore che l’eloquente ignoto  ipotizza,  causato dal materiale illecitamente sepolto nelle loro proprietà terriere.
Altro allarme, non molto distante, viene dalle terre di Casaluce dove un cittadino ha rilasciato un’intervista a “Il Fatto Quotidiano” affermando che sotto il ponte dell’Asse Mediano che passa tra il confine Casaluce – Frignano ci siano rifiuti tossici. Stessa analogia: ex cave per lo sbancamento di terreno e successivamente riempite di rifiuti di ogni genere proveniente dalle industrie del Nord.
Entrambi i siti denunciati distano poche centinaia di metri dal centro abitato di Teverola, cittadina che non sembra direttamente interessata dagli illeciti misfatti, ma situata in una zona presumibilmente compromessa da inquinamenti della falda acquifera e non solo.
Al momento nessuna azione è stata intrapresa dalle autorità locali ma la dislocazione  geografica di tali “pericoli” non esime l’Amministrazione Comunale ed in particolare il  Sindaco Biagio Lusini, ufficiale sanitario nonché  di pubblica sicurezza,  ad intraprendere qualsiasi azione che la legge, e non,  gli consentono  per tutelare la salute pubblica. Attività che dovrebbero essere adottate non solo in presenza  di “pericolo palese”, ma anche ai fini della prevenzione  ovvero, essere pronti per eventuali emergenze sanitarie o provvedimenti di carattere sanitario, che le autorità preposte possono adottare.


mercoledì 18 settembre 2013

Il nostrano "parassita"

Avete presente un pidocchio? Piccolissimo animale parassita che vive parzialmente o totalmente a spese di un altro individuo (detto ospite)? Bene, nella nostra cittadina ne risiedono in abbondanza in particolar modo sugli scranni regali; personaggi che  ricavano  il maggior utile dal “potere” dei vicini di banco e restano inermi facendo finta che nulla succede.  Se ne stanno fermi come piccoli cuccioli, in attesa che arrivi la propria mamma a difenderli in caso di pericolo e, a mo’di protezione, si nascondono dietro di lei senza guaire, quasi non respirando!
Qualcuno si domanda: ma cosa fanno? Qualcuno, avvalendosi dell’attenuanti “generiche” di  essere novello, si è creato un alibi di ferro, ma gli altri? Quelli che per circa un trentennio stanno ricoprendo una sorte di posto fisso? Naturalmente la risposta è semplicissima, occupare quella posizione, a prescindere dalla posizione sociale,  indica in ogni caso il “potere”.
Stanno li senza nemmeno conoscere il proprio ruolo, ma preferiscono stare “attak-kati” alla sedia.  L’attaccamento alla sedia dei nostri piazzisti e tale dall'aver creato un vero  e proprio sodalizio: quello dei “sediari”.
Chi detiene il potere, o chi aspira a tale, rimanendo seduto a lungo, non solo considera il suo status come  diritto indelebile, ma adotta tutti i stratagemmi per costruire un potere di carattere personale impedendo il “naturale” ricambio della classe dirigente, espedienti che sono incompatibili con il nostro sistema democratico.
La cosa che ci conforta è il fatto che i nostri “parassiti” non pretendono robe grosse; loro si accontentano di  poco: qualche scrutatore, qualche posticino alla gita degli anziani, qualche loculo in più (non si sa mai), un po’ di pubblicità professionale, altri piccoli numeri irrilevanti ovvero  qualche cortesia all’elettorato pronto ad essere rinfacciato, nei periodi opportuni quando, per magia, si svegliano dal lungo letargo.
Altri, i più svegli tra i sonnacchiosi, si spingono oltre il “loculo”  o la “gita” e ad ogni tornata elettorale  si fissano dell’idea: “o' postò e' candidàt a Sindàc e mie” ma poi scappano al primo suono di tacco sciogliendosi come neve al sole.

Le loro piccole pretese gli consentono di  riproporsi elezioni dopo elezioni e puntualmente ogni volta ce li troviamo di nuovo “attak-kati” e, come al luna park “un altro giro, un’latra corsa”, iniziano di nuovo i giochi. E giocando, giocando  perché non giocate anche voi? Provate ad individuarli (non è difficile) e mandateli a quel paese una volta e per sempre; e se qualcuno dovesse  sbagliare, non vi preoccupate, stavate pur giocando, non vi sembra?

sabato 14 settembre 2013

Intervista a Gennaro Melillo Capogruppo consiliare “Patto per Teverola”

Genanro Melillo
Gennaro Melillo, sposato con due figli, entra in politica agli inizi degl’anni ’90 con la fondazione della sezione cittadina del Partito Repubblicano Italiano; eletto per la prima volta Consigliere Comunale con la lista capeggiata dal Dr. Giovanni Caserta; rieletto per ben 3 volte, sostenendo le altrettanti amministrazioni Lusini, ricoprendo gli incarichi di Vice Sindaco e di Assessore ai Lavori Pubblici. Nel 2010 perde le elezioni amministrative come candidato a Sindaco della lista civica “Patto per Teverola” con un distacco di appena 314 consensi. Oggi è Capogruppo consiliare di opposizione “Patto per Teverola”.

Consigliere Melillo l’attività politica dell’opposizione, dal dopo voto, è stata  particolareggiata da ricorsi, denunce e ostruzionismo come accusati dalla maggioranza che risulta, apparentemente, coesa e decisa ad andare avanti con i propri progetti, ma è pur vero che l’opposizione risulta frastagliata e alla ricerca di protagonismo con diversi consiglieri che cercano la loro strada affacciandosi ai media autonomamente. È sereno
Il Gruppo Consiliare “Patto per Teverola” c’è  ed è compatto,  tra i componenti  esiste una perfetta sintonia e assoluta identità di vedute. Non direi “frastagliata” anche se  i consiglieri che lo compongono provengono da diverse realtà politiche e certe azioni, che non chiamerei “autonome”, servono per dare più risalto all’azione politica della minoranza stessa.
Non nascondo che noto qualche “contrasto di opinioni” da parte di qualche consigliere, ma su argomenti importanti il Gruppo  è unito e pronto ad affrontare, con grande responsabilità, il mandato affidatogli dal proprio elettorato.

Rasserenati i lettori direi di parlare dell’attuale attività amministrativa ovvero il PUC. 
Il Puc è un argomento che necessita di parecchio spazio per discuterne, ma inizio nel dire che il Comune di Teverola, con l’approvazione del RUEC, detiene il primato di essere l’unico Comune d’Italia dove i  locali ricavati nel sottotetto che  hanno un’altezza media ponderale (rapporto tra volume e superficie del locale) maggiore di mt. 2,40 non rientrano nel conteggio volumetrico delle infrastrutture però hanno i requisiti di abitazione. Ma la domanda che mi pongo: come può una cosa che non rientra nel conteggio volumetrico a diventare  abitabile. È un paradosso ma è la realtà della nostra Città. I cittadini, proprietari di “sottotetti”, si sono posti la stessa domanda?

Il Sindaco Lusini ha riferito che l’attuale Piano Urbanistico Comunale presentato in questo giorni è stato elaborato, e non approvato per volontà, nel 2008 quando Lei era consigliere di maggioranza e perfetto conoscitore dei progetti, come mai queste osservazioni solo oggi che riveste il delicatissimo incarico di Capo dell’opposizione 
Il Sindaco Lusini omette una cosa: dal  2008 ci sono state delle sentenze di condanna dal Tribunale amministrativo regionale nonché dalla Procura Regionale della Corte dei Conti nei confronti dell’Ing. Gennaro Pitocchi, Capo dell’Ufficio tecnico del Comune di Teverola, per  colpa grave in materia edilizia di conseguenza il Piano era da rivedere in meglio e non in peggio.

Quindi tutti gli studi di fattibilità del piano risalgono al 2008 comprese le relazioni tecniche di professionisti come Ingegneri, Geologi e altri incaricati dal Comune, ma Teverola è cambiata in questi anni
Teverola sicuramente ha subito un cambiamento sia dal punto di vista morfologico che logistico; non è nostra intenzione contestare i pareri di professionisti a meno che lo faccia un altro professionista, ma laddove si siano palesi irregolarità saremo pronti a denunciarle e contrastarle nelle sedi opportune. Il problema invece è la nuova area commerciale che si verrà a creare, prevista nell’unica area verde rimasta in città individuata a nord-ovest ovvero dal Cimitero ai Regi Lagni, ebbene in questa zona nascerà(?) il nuovo PIP con incremento dell’inquinamento atmosferico e ulteriore congestione del traffico esistente in città andando controcorrente alla battaglie per il rispetto dell’ambiente, ma a Teverola l’ambiente non interessa.

Teverola nell’ultimo decennio non ha avuto nessun incremento di strutture rivolte all’ambiente e al sociale, la vera richiesta nasce oggi con l’interesse di molteplici cittadini. I nostri amministratori sono rimasti a pensare sul cosa fare 
Su questo non sono d’accordo diciamo che si era più attenti in passato. Voglio ricordare un episodio “anomalo” di alcuni anni fa e prima della costruzione della prima centrale elettrica presente sul nostro territorio, ebbene in quell’occasione, con una opposizione “compiacente”, sono stato l’unico a votare a sfavore della costruzione e non solo, con la collaborazione di alcune associazioni esistenti sul territorio nonché con personalità legate alla tutela dell’ambiente, organizzammo addirittura una protesta formale, con la presenza di, che purtroppo non diede favorevoli sviluppi. La centrale ci fu con il benestare dell’opposizione.
Un altro scempio in atto è quello della “Piscina” che si vuol far passare per sociale ma di sociale non ha proprio nulla, ma solo un business per chi la andrà a gestire. Infatti per i cittadini di Teverola non è previsto nessun beneficio ne tanto meno a quelle categorie protette. Quel territorio si doveva si investire ma non in nuovo cemento ma con  area a verde.

Ma il Sindaco Lusini ha fatto capire che non ci sono fondi per il verde in virtù del “Patto di stabilità” e con i tagli che ci sono agli enti locali è impensabile chiedere  finanziamenti. 
Il Sindaco omette sempre qualcosa; forse dimentica i soldi del “ristoro” delle centrali elettriche accantonati da diversi anni che attualmente ammontano a circa  700mila euro e con questi soldi si riescono a fare no uno ma bensì tre parchi pubblici. Questo sarebbe stato il mio atto se avessi vinto le elezioni.

Quindi i soldi ci sono 
I soldi ci sono ma vengono gestiti male o si gestiscono in modo anomalo.

Ritorniamo all’argomento PUC. Quali sono le vostre azioni per il futuro? È vostra intenzione compartecipare con altre realtà politiche e/o associative 
Come è stato fatto in passato, organizzando incontri con le varie realtà associative, sociali e politiche, cosi faremo in futuro, ma con l’intento di convergere in un pensiero comune e di porre osservazioni concrete e propositive, anche se noi le idee le abbiamo già chiare e non da adesso:  di osservazioni c’è ne sono poche da fare ma di denunce tantissime. Per queste ultime, noi rappresentanti del popolo ce ne assumeremo le responsabilità e l’onere di istituirle come Gruppo Consiliare,  che ben vengano quelle realtà che vogliano aderire al nostro percorso.
Non aggiungo altro e non menziono i dettagli  poiché trattasi di argomenti delicatissimi e non vogliamo coinvolgere nessuno per le eventuali conseguenze.

Come si intuisce la vostra è piena disponibilità al dialogo, di conseguenza aperti anche al confronto con “Teverola Avanti” ovvero il Gruppo Consiliare dei dimissionari Dario Di Matteo e Maurizio De Chiara 
Non è escluso il dialogo con il neo Gruppo su eventuali azioni comuni.

Delle eventuali azioni comuni, sarebbe d’accordo tutto il “Patto” 
Sicuramente tutti d’accordo, anche se ci potrebbe essere qualche “voce fuori orchestra”, ma se la decisione è condivisa dalla maggioranza del gruppo chi non è d’accordo farà le sue opportune valutazioni.

Quindi è una buona occasione per “accodare” tutti i strumenti dell’orchestra 
Diciamo che  in politica la prudenza non è mai troppa, ma  alcuni rischi vanno pesati e valutati nelle azioni che ognuno decide di fare e chi fa politica deve rischiare per non rimanere fossilizzato nella staticità.

Un’ultima domanda fuori tema. Come definisce il gesto delle dimissioni dell’ex vicesindaco Dario Di Matteo e dell’assessore Maurizio De Chiara 

Un gesto inaspettato e, apparentemente, coraggioso, da valutare in futuro in base alle loro azioni e i “contrasti” che potrebbero nascere, non nascondo che già è iniziato un confronto con il consigliere Dario Di Matteo e se si realizzeranno, in futuro, alcune prospettive potrebbe nascere qualcosa di “nuovo”.

Intervista del 6  settembre 2012

martedì 10 settembre 2013

“Se non si rispetta il programma elettorale cambieremo le nostre valutazioni”


Continua il nuovo progetto di informazione partecipativa dei cittadini teverolesi; questa settimana abbiamo intervistato il Segretario della sezione giovanile del Partito Democratico di Teverola.

Motivato, consapevole e coscienzioso del proprio ruolo di Segretario dei Giovani PD di Teverola l’Ing. Morra è il portavoce di un folto  gruppo di giovani animati da tanta voglia di fare, una realtà teverolese conosciuta da tutti tanto da far eleggere un proprio rappresentante nelle fila della lista “Progetto Civico Teverola Città” e che oggi ricopre l’incarico di Capo Gruppo consiliare di maggioranza nell’amministrazione Lusini.
Diplomato al Liceo Classico “Cirillo” di Aversa, Luigi Morra ha continuato gli studi presso la Seconda Università di Napoli conseguendo la laurea in Ingegneria Civile presso la Facolta di Aversa. Ha svolto attività politica nel gruppo giovanile dei "Democratici di Sinistra" di Teverola, facendo parte dell' Organo direttivo, è tuttora Segretario della locale sezione giovanile del PD.
In questo incontro ci spiega cos’è la sezione giovanile del PD, il suo punto di vista della politica teverolese e il coinvolgimento dei giovani. Non risparmia nemmeno il comportamento dell’attuale opposizione rappresentata dal capo gruppo consiliare Gennaro Melillo ex coordinatore del PD cittadino ed ora allontanatosi nelle fila del Nuovo PSI: “una opposizione fatta di denunce, politica ostruzionistica, propaganda  ed ingerenza.
Chi l’ha votata le ha dimostrato fiducia. Una bella soddisfazione ma anche una bella responsabilità.
Quando mi hanno chiesto, dopo la mia lunga assenza dalla scena politica teverolese, la mia partecipazione al gruppo giovanile e  la disponibilità ad un eventuale incarico politico,  sapevo che c’era stima  e fiducia nei miei confronti ma cosi tanta acclamazione che ha portato alla mia nomina  è l’espressione degli ideali del gruppo. fondati sulla democrazia e partecipazione, questo accresce ancora di più il valore del risultato oltre che le responsabilità che ne conseguono.  La mia non è stata una vittoria perché a vincere è stato il gruppo che con impegno abbiamo dato vita;  realtà  fatta di persone motivate che hanno voluto condividere insieme le esperienze vissute. Persone  che vanno valorizzate così come i tanti giovani che sono stati eletti e che formano una grande  squadra di giovani del PD.
In realtà questa è la sua prima avventura politica, cosa l’ha spinta ad assumersi quest’incarico
Essere un giovane segretario non è semplice e non bastano le attività politiche pregresse  per mediare tra varie identità. La cosa non mi fa paura e non mi pesa anzi la reputo una bella esperienza; per fare politica servono due cose: i grandi ideali e un grande realismo e queste non mi mancano.
La mia elezione a segretario non è stata suggerita da nessun “amico di merenda”; sono grato alle persone che mi hanno eletto perchè dimostrano e hanno sempre dimostrato fiducia nella mia persona, ed è per questo che mi hanno scelto per ricoprire questa carica.
In questi ultimi periodi si parla di rinnovamento. Che cosa vuol dire per lei questa parola
Spirito di servizio, passione, motivazione, presenza e altro ancora  questo è il  vero rinnovamento, bisogna fare avvicinare i cittadini  alla politica attraverso programmi costruttivi orientati per il sociale e per il mercato del lavoro, questo lo si ottiene  facendo proposte concrete e riuscendo poi a fare ciò che si dice e non solo chiacchiere.
Bisogna investire soprattutto sui giovani ovvero quelli che esprimono una qualità politica. Giovani che vogliono impegnarsi per il bene comune e non solo per la speranza di ottenere qualcosa o una sistemazione politica, giovani non soltanto dal punto di vista anagrafico, ma che abbiano qualcosa da dire.
In una intervista, in occasione del congresso provinciale del Pd, il consigliere regionale Nicola Caputo ha affermato “Siamo decisi a rinnovare profondamente il Pd anche attraverso un ricambio doloroso ma necessario della classe dirigente”. Chi cambierebbe a Teverola.
È difficile dire chi  cambierebbe a Teverola perché bisogna costruire prima la  sezione teverolese e poi individuare una figura capace di trasformare veramente la Città. Noi come gruppo giovanile, pur essendo tesserati del partito, siamo autonomi siamo i soli a decidere poiché non abbiamo un referente, non a caso alle ultime primarie i vertici provinciali non ci hanno fatto votare. Praticamente il Partito Democratico a Teverola non esiste o vi è una situazione anomala infatti il segretario, Gennaro Melillo, sembra faccia parte del Nuovo PSI e il presidente uscente, Francesco Pecorario, fa parte dell’Italia dei Valori; in Città ci sono tesserati del partito ma non vi è nessuna carica politica. Oggi più che mai, il PD ha bisogno di una guida che dia una identità alla sezione, il non votare comunque ci ha svincolati da qualsiasi legame ed impegno nei confronti delle due personalità cittadine che rivestono cariche istituzionali.
Disincantati e disamorati, i giovani sono sempre  più lontani dalla politica nazionale. Perché secondo lei accade e che cosa si dovrebbe fare anche a livello locale per restituire dignità e valore alla politica.
I giovani sono disamorati perché considerano  la politica una cosa sporca e chiusa a se stessa. Ma non è cosi anche se  ci sono esempi   di chi ha utilizzato la politica “ad personam” esclusivamente come strumento di arricchimento personale; ci sono giovani che ci credono e fondano associazioni come questa per mobilitarsi e fare delle esperienze belle e importanti, per tirar fuori proposte. Noi abbiamo dato dimostrazione  di essere diversi. Dopo il periodo di inattività  del gruppo giovanile “Democratici di Sinistra” abbiamo cambiato  passo riappropriandoci del nostro ruolo. La nostra è una politica partecipativa dove ognuno da il suo contributo lodevole, il nostro intento è quello di coinvolgere maggiormente i giovani che hanno tanta voglia di fare e tutto questo potrà avvenire solo con la forza delle idee, la coerenza e  nei comportamenti. Noi le cose le decidiamo all’unanimità; ci distinguiamo  dalle altre organizzazioni politiche o finte associazioni apartitiche dove non si fa nessuna riunione  per decidere e quello che decidono lo fanno in pochi, magari nel corso di un pranzo o ad una cena. Siamo comunque sempre aperti al confronto ma solo con realtà concrete.
I teverolesi, almeno a livello nazionale, votano tendenzialmente partiti di centrodestra. Perché alle prossime elezioni i  teverolesi  dovrebbero decidere di cambiare
Indubbiamente Teverola  è un paese notoriamente tendente al centrodestra; ma non per questo noi smettiamo di far vivere le nostre idee. Innanzitutto voglio dire che non siamo assolutamente degli sprovveduti. Siamo ben consolidati nella città e conosciamo i problemi che essa ha; la nostra attività non consiste solo a proporre delle iniziative ma in particolare  evidenziamo le anomalie riscontrate in ambito sociale, ambientale, lavorativo e proponiamo la nostra soluzione. Siamo sicuramente consapevoli che un elettore di centrodestra difficilmente darà il suo consenso al nostro partito ma sicuramente stando a stretto contatto con il nostro rappresentante al comune è più semplice seguire i problemi sottolineati e far si che  vengano affrontati il più celermente possibile.
Sostanzialmente il Pd amministra la città di Teverola  da quasi vent’anni, ma alle ultime elezioni avete vinto per pochi voti…un campanello d’allarme
Più che il Pd amministra Teverola io direi che tesserati del Pd amministrano in parte Teverola, certamente il sindaco Biagio Lusini  è un tesserato Pd ma la lista da lui capeggiata non era l’espressione del partito. Le ultime espressioni  di partito risalgono agli anni ’80 con D’Auria e Dalia. In virtù di questa situazione noi vogliamo voltare pagina con il vecchio sistema di fare politica con i numeri…e diciamo “NO” a tutte quelle  persone che vogliono imporre facendo leva sul potere che detengono e restano dietro le quinte, noi da questa politica scappiamo, la nostra ripeto è una politica costruttiva e partecipata e  va oltre i soliti giochi delle parti.
Alle ultime amministrative un vostro rappresentante è stato eletto con la lista “Progetto Civico Teverola Citta” Che città è oggi Teverola e quale è la  Teverola che lei si augurerebbe
Premetto che prima di prendere la decisione dal punto di vista politico di chi e dove candidare abbiamo richiesto un  incontro con Biagio Lusini e con il segretario del Pd  Gennaro Melillo la scelta di candidare Agostino Di Santo con la lista capeggiata da Lusini è stata una scelta politica al di la di quanti abbiano pensato diversamente. Melillo non ha mai giustificato il suo distacco da Lusini e ne tanto meno  la scelta di formare una propria lista, comportamento scorretto nei nostri confronti, in qualità di segretario cittadino, non partecipandoci una decisione cosi importante. La candidatura del Di Santo nella lista “Progetto civico Teverola Città” è stata una scelta coerente nei confronti invece di quanti credono nel Pd.
Il nostro rappresentante nell’attuale amministrazione è quello che ci abbiamo augurato prima di sceglierlo, Agostino Di Santo  è il “nuovo” ovvero un’entità politica emergente, la prima espressione di un movimento.
La migliore opera/iniziativa di questi ultimi anni.
L’Amministrazione nel primo anno  di governo è stato oggetto di  una opposizione fatta di denunce, politica ostruzionistica, propaganda  ed ingerenza e quindi quasi impossibilitata ad attuare il programma elettorale.  Ma in questi ultimi periodi sta iniziando ad attuarlo quindi gli auguriamo un  buon lavoro. Qualora ciò  non succedesse cambieremo le nostre valutazioni.

Teverola, novembre 2011

mercoledì 3 luglio 2013

Zeus vs Prometeo

All'avvento dell'uomo sulla Terra ha origine uno scontro tra Prometeo e Zeus: il primo, di origine divina, rappresenta un tramite tra il mondo degli immortali e quello dei mortali, mentre Zeus è il celebre padre degli dei. Quando gli uomini e gli dei si contendono il possesso di un bue, Prometeo divide "con animo consapevole" l'animale in modo iniquo, mettendo da una parte la carne avvolta dalla pelle e da un'altra le ossa avvolte nel grasso. La contesa ha quindi una motivazione "economica" legata al possesso delle risorse ed è evidente il tema dell'inganno.
Prometeo sfida Zeus in uno "scontro di astuzie" in cui "il padre degli uomini e degli dei" non riesce a trionfare: egli sceglie la parte del bue contenente le ossa e si infuria quando scopre l'inganno.
Zeus è indignato e reagisce alla sconfitta in modo violento e prepotente: priva l'uomo del fuoco scatenando un'immediata reazione di Prometeo. Egli, infatti, ruba il "bagliore lungi-splendente" del fuoco e lo riporta ai mortali.
Dalla sua vendetta ha origine un'altra vendetta: Zeus crea la donna paragonata al fuco e ritenuta quindi un male che rovina l'uomo in quanto egli è obbligato a compiacerla, prigioniero della sua bellezza e del suo fascino.
Le conseguenze delle azioni di Prometeo ricadono sull'uomo stesso che viene descritto come succube degli eventi: questa visione malinconica dell'individuo è tipica della concezione antropologica greca. I temi ricorrenti sono quindi l'inganno, la vendetta e l'assoggettamento dell'uomo agli eventi.


mercoledì 17 aprile 2013

Il “politico da marciapiede”: la “denuncia-esposto” con la pelle attorno


"Dammi la Medaglia, medaglia, medaglia". Chi ha qualche annetto come me, ricorda sicuramente il noto cartone animato “Dastardly e Muttley e le macchine volanti” con i suoi simpaticissimi personaggi: Dick Dastardly,  il capo dello Squadrone Avvoltoi ed agli ordini del Generale (di cui si conosce solo la voce arrabbiatissima dopo ogni fallimento, che riesce a raggiungere Dick grazie a telefoni che appaiono qua e là) e Muttley l'assistente di Dastardly  che  grazie alla sua coda rotante riesce sempre ad atterrare a terra quando le cose si mettono male e comunque sempre alla ricerca di medaglie.
Analogo personaggio con le stesse particolarità di Muttley  è  vivo nella nostra piccola cittadina, ma non alla ricerca di medaglie bensì di denunce, esposti, lamentele e tutto ciò che potrebbe elargirgli quel quarto d’ora di protagonismo.
Il nostrano Muttley è un bel esemplare di circa 170 cm, dal peso che può arrivare anche ai 75kg, con una testa grossa e prominente caratterizzata da lievi rughe e pelle glabra, che gli assegnano un’aria molto simpatica e bonaria. Le orecchie lunghe, capelli  corti ma molto fitti e resistenti che parte dal castano chiaro fino a quello scuro. E’ un mammifero semplice, giocoso e scherzoso. E’ sempre pronto a divertirsi, specie con i bambini e ha dalla sua, una bontà assoluta; ma è un “finto buono” che concepisce l’attacco e la difesa e per questo può essere usato come guardia. Possiede una imitata pazienza, una pseudo-dolcezza che illude il prossimo e lo porta veramente ad innamorarsi di lui. Ha una evidente curiosità e una mediocre intelligenza ma, in compenso, una spiccata  capacità di adattarsi al carattere del padrone, di cui diviene un compagno fedele e per sempre amico.
La caratteristica per eccellenza è il suo naso. La natura ha voluto dotarlo di un particolare che nessun essere vivente  avrà mai al suo livello: il fiuto. Un naso molto, molto sviluppato, con più di 10 milioni di ricettori, che gli consentono di  avere il fiuto più potente di tutta la popolazione locale che sfrutta per annusare ovunque il losco, lo stratagemma, il disonesto, lo sporco per poi provvedere, con la sua innata mania di protagonismo, a denunciarne il fatto e di conseguenza l’apparizione sui giornali, riviste, volantini ed ogni mezzo utile per mettere in evidenza la sua ossessione.
È  sempre presente nei luoghi più comuni e, alle assemblee, partecipa con entusiasmo ed energia,  ma ogni suo intervento è accompagnato da un qualche battuta divertente qua e là che non migliora la diagnosi di un testo artefatto e precompilato dal redattore di turno; la sua lettura è unita ad una recitazione risibile e tragica nello stesso tempo.
La caratteristica predominante è quella di:  “Armammece e jate!”, è il primo a rivolgersi  al “zaccagarbùj” (azzeccagarbugli) di turno  a sottoscrivere le delazioni, ma al momento della resa dei conti ovvero quando può mostrare il fianco all’antagonista, deserta la scena nascondendosi dietro ad aleatorie giustificazioni del caso…
È comunque un personaggio più florido e grottesco che sia dato immaginare; il suo passaggio desta l’attenzioni dell’intera comunità che nutre in lui una sarcastica simpatia… non è difficile riconoscerlo, trascorre le sue giornate con a seguito una moltitudine di interrogativi che esterna, al primo che capita, facendogli ammirare la sua immagine impressa sui quotidiani a mò di bella mostra e per compiacersi. Dovrebbe invece, anziché perdere tempo a battere strada, ad andare a lavorare nei campi piuttosto che pavoneggiarsi a paladino della giustizia delle cause perse.....
La sua rappresentazione mi ripugna, sotto due aspetti; nutro, nei suoi confronti, due fondatissime confutazioni. Primo, le oscure origini, il suo comportamento, il suo modo di predisporsi al prossimo l’hanno fatto innalzare  a dignità che i suoi padri non avrebbero neppur sognato; secondo, la sua ignoranza, le sue indelicate  esternazioni, il suo essere rappresentante del popolo danneggia  nel modo più orribile la gioventù, l’intelligenza e il vigore di un uomo. Anche di lui, il popolo dovrebbe disfarsene…