mercoledì 16 aprile 2014

La mia colpa? … una strada a senso unico

PERCORRENDO UNA STRADA A SENSO UNICO, LA SVOLTA A SINISTRA SI EFFETTUA
1) tenendosi il più vicino possibile al margine sinistro della strada
2) lasciando di norma il centro dell'incrocio alla nostra destra
3) dando la precedenza ai veicoli che provengono da destra

Per chi sta prendendo la patente potrebbe essere una domanda difficile, chi invece, già guida, sa benissimo che tutte e tre le risposte sono corrette. La domanda è univoca e non lascia spazio a riflettere: si va a senso unico fino a quando, arrivati all'altezza dell’incrocio si deve girare a sinistra, senza scegliere destra, dritto o tornare indietro. Chi guida e già conosce la strada intrapresa è favorito, ma  chi  non la conosce è facilitato lo stesso perché già sa che deve girare a sinistra. Il dubbio sarebbe sorto se: intrapresa la strada e arrivati all'incrocio, non si conosceva la direzione da intraprendere, ovvero, si poteva arrivare all'incrocio e poi scegliere. Ecco scegliere è forse il più grosso enigma  che a volte ci porta a riflettere quando non abbiamo un'idea chiara di quale via vogliamo intraprendere.
Ben diverso è per chi invece, nella sua vita, sceglie esclusivamente di andare a senso unico e fa, della coerenza, un suo modo di essere; una scelta presa con la consapevolezza di intraprendere una strada senza curve ne incroci e, pur incontrando degli ostacoli , non deve perdere di vista la meta da raggiungere.
A volte la coerenza può essere travisata in un’imprudenza, ma essere coerenti, oggi, è una colpa? O forse il pensiero stesso della ricerca di una coerenza è un cancello, un paletto…un ostacolo?  
Considerare di essere costante con le proprie idee è la prima forma di “rispetto” che creiamo in noi stessi; non essere convinto delle proprie “scelte” e delle proprie “azioni” è una chiusura che fa assumere dei comportamenti con la conseguenza di sentire solo il peso di un “macigno”. Chi crede riflessivamente nelle proprie idee, si comporta, di conseguenza, senza sentire alcuna zavorra. Gli ambienti angusti  edificati  intorno al nostro modo di essere, ai nostri ideali, ai nostri pensieri   devono essere i primi  ad essere abbattuti  se si vogliono far crollare stereotipi che durante il nostro “essere” sono stati creati.
In una realtà dove si cerca di dare delle colpe al coerente, si rischia di creare una sorte di “accusa” e rendere unico responsabile colui che ha fatto della coerenza un suo stile di vita; in un periodo storico della vita cittadina si da adito a far riscaldare la voce dell’ormai morente sistema contorto, del “figuro” di turno ovvero di alimentare ulteriormente  i pregiudizi di coloro che cercano di togliere l’attenzione dagli avvenimenti   che stanno caratterizzando questo ultimo periodo la nostra città.
La coerenza ti porta, in primis, a delle scelte,  e di conseguenza “paura” di farle sbagliate e da non sottovalutare il “rimpianto”.
La “paura” è un’emozione della vita e non deve essere vista come segno di debolezza sia da parte di chi  la vive sia da parte di chi “paura” ne ha di meno.   Il rimpianto per le proprie scelte passate c'è quasi sempre, anche quando le situazioni si risolvono per il meglio, pensi sempre che avresti potuto fare di meglio comportandoti in certo modo, ma alla fine ha poco senso, certo ripensare alle proprie azioni è normalissimo, ma bisogna tener conto che da una scelta ne scaturiscono migliaia e quindi si può porre rimedio o imboccare un'altra strada aprendone di nuove senza mai perdere di vista la “coerenza”
La coerenza è anche libertà. “Libertà,  un diritto “inviolabile” non un dono; non un concetto, non  un  sentimento prominente a cui un individuo dovrebbe aspirare…essa va difesa con  qualsiasi modo con qualsiasi mezzo che si ritiene necessario contro chi, da sempre, ci ha messo un laccio al collo e le catene a mani e piedi”.

La vita è questo, una via dopo l'altra, la Scelta dipende solo da te        

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