PERCORRENDO UNA STRADA A SENSO UNICO, LA SVOLTA A SINISTRA
SI EFFETTUA
1) tenendosi il più vicino possibile al margine sinistro
della strada
2) lasciando di norma il centro dell'incrocio alla nostra
destra
3) dando la precedenza ai veicoli che provengono da destra
Per chi sta prendendo
la patente potrebbe essere una domanda difficile, chi invece, già guida, sa
benissimo che tutte e tre le risposte sono corrette. La domanda è univoca e non
lascia spazio a riflettere: si va a senso unico fino a quando, arrivati all'altezza
dell’incrocio si deve girare a sinistra, senza scegliere destra, dritto o
tornare indietro. Chi guida e già conosce la strada intrapresa è favorito, ma chi non
la conosce è facilitato lo stesso perché già sa che deve girare a sinistra. Il dubbio
sarebbe sorto se: intrapresa la strada e arrivati all'incrocio, non si
conosceva la direzione da intraprendere, ovvero, si poteva arrivare all'incrocio
e poi scegliere. Ecco scegliere è forse il più grosso enigma che a volte ci porta a riflettere quando non
abbiamo un'idea chiara di quale via vogliamo intraprendere.
Ben diverso è
per chi invece, nella sua vita, sceglie esclusivamente di andare a senso unico
e fa, della coerenza, un suo modo di essere; una scelta presa con la consapevolezza
di intraprendere una strada senza curve ne incroci e, pur incontrando degli
ostacoli , non deve perdere di vista la meta da raggiungere.
A volte la coerenza
può essere travisata in un’imprudenza, ma essere coerenti, oggi, è una colpa? O
forse il pensiero stesso della ricerca di
una coerenza è un cancello, un paletto…un ostacolo?
Considerare di essere costante con le
proprie idee è la prima forma di “rispetto” che creiamo in noi stessi; non
essere convinto delle proprie “scelte” e delle proprie “azioni” è una chiusura
che fa assumere dei comportamenti con la conseguenza di sentire solo il peso di
un “macigno”. Chi crede riflessivamente nelle proprie idee, si comporta, di
conseguenza, senza sentire alcuna zavorra. Gli ambienti angusti edificati intorno al nostro modo di essere, ai nostri ideali,
ai nostri pensieri devono essere i primi ad essere abbattuti se si vogliono far crollare stereotipi che
durante il nostro “essere” sono stati creati.
In una realtà dove si cerca di dare
delle colpe al coerente, si rischia di creare una sorte di “accusa” e rendere
unico responsabile colui che ha fatto della coerenza un suo stile di vita; in
un periodo storico della vita cittadina si da adito a far riscaldare la voce
dell’ormai morente sistema contorto, del “figuro” di turno ovvero di alimentare
ulteriormente i pregiudizi di coloro che
cercano di togliere l’attenzione dagli avvenimenti che
stanno caratterizzando questo ultimo periodo la nostra città.
La coerenza ti porta, in primis, a
delle scelte, e di conseguenza “paura”
di farle sbagliate e da non sottovalutare il “rimpianto”.
La “paura” è un’emozione della vita e
non deve essere vista come segno di debolezza sia da parte di chi la vive sia da parte di chi “paura” ne ha di meno.
Il
rimpianto per le proprie scelte passate c'è quasi sempre, anche quando le
situazioni si risolvono per il meglio, pensi sempre che avresti potuto fare di
meglio comportandoti in certo modo, ma alla fine ha poco senso, certo ripensare
alle proprie azioni è normalissimo, ma bisogna tener conto che da una scelta ne
scaturiscono migliaia e quindi si può porre rimedio o imboccare un'altra strada
aprendone di nuove senza mai perdere di vista la “coerenza”
La coerenza è anche libertà. “Libertà, un diritto “inviolabile” non un dono; non un concetto,
non un sentimento prominente a cui un individuo
dovrebbe aspirare…essa va difesa con qualsiasi modo con qualsiasi mezzo che si
ritiene necessario contro chi, da sempre, ci ha messo un laccio al collo e le
catene a mani e piedi”.
La vita è questo, una via dopo
l'altra, la Scelta dipende solo da te
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