lunedì 6 agosto 2018

Teverola, il sindaco sotto "scacco" ...


Le stranezze che accadono nel paese in cui viviamo ormai non fanno notizia, ne sono talmente tante che alcune rientrano nella normalità.
L’ufficialità della notizia, che sei  consiglieri comunali della maggioranza  (poi diventati quattro) hanno deciso di costituire un nuovo gruppo consiliare, che rimane a sostegno, come tengono a precisare, del sindaco, pur mantenendo “una propria autonomia decisionale” non ha creato quell’allarme rosso per l’amministrazione Di Matteo; il malumore che correva all’interno della maggioranza, era  notizia da “marciapiede” da diverso tempo e la decisione di “disallinearsi” era scontata.
Ciò che obiettivamente mi colpisce, è il “silenzio” della maggioranza, a parte lo scarno social - comunicato del sindaco. Non comprendo come i consiglieri di maggioranza, quelli che “relativamente”(?) hanno condiviso  un programma comune, possano restare muti dinanzi alle azioni di alcuni compagni di viaggio.  Sarebbe eticamente corretto una loro  posizione certa, un allontanamento da un futuro scenario di “convenienza” ovvero  che non si sentano rappresentati da un sindaco sotto “scacco”, anzi, dovrebbero indignarsi!
Un sindaco sotto scacco dalla sua stessa maggioranza: da un lato i quattro “ribelli” che rivendicano una loro “autonomia” dall’altro, i “fedeli” che si tengono uniti da una sorta  di “poltronismo”: acquisito di diritto, in virtù di un “ricatto del silenzio”, un silenzio omertoso di chi dovrebbe condividere una realtà concreta ma non lo fa per paura di perdere il proprio “cantuccio”. Allora dico che il problema c’è ed è serio: il problema è chi dovrebbe garantire certezza e invece riesce solo a diffondere incertezza, la madre di tutte le paure.
Incertezza di chi decide di racchiudersi nell’angosciante silenzio dell’omertà, mostrando disinteresse nel “far bene il bene comune” e in generale nella libertà di espressione; urge invece pretendere il potere decisionale nonché la  fiducia da  “chi” decide per loro.
Loro, nel rispetto del proprio elettorato, devono rompere questo “silenzio” ed esigere dal sindaco delle risposte. Diversamente sarebbe un “silenzio del ricatto” e un sindaco sotto ricatto deve dimettersi. Una maggioranza tradita nei principi, deve sfiduciare.
Appare chiaro che a partire dal prossimo consiglio comunale, le cose cambieranno; assisteremo ad una nuova stagione fatta da continue trattative, da spartizione del potere e/o da potenziali ricatti?

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