"Dammi la Medaglia, medaglia, medaglia".
Chi ha qualche annetto come me, ricorda sicuramente il noto cartone animato “Dastardly e Muttley e le macchine volanti”
con i suoi simpaticissimi personaggi: Dick
Dastardly, il capo dello Squadrone
Avvoltoi ed agli ordini del Generale (di cui si conosce solo la voce
arrabbiatissima dopo ogni fallimento, che riesce a raggiungere Dick grazie a
telefoni che appaiono qua e là) e Muttley
l'assistente di Dastardly che grazie alla sua coda rotante riesce sempre ad
atterrare a terra quando le cose si mettono male e comunque sempre alla ricerca
di medaglie.
Analogo
personaggio con le stesse particolarità di Muttley è vivo
nella nostra piccola cittadina, ma non alla ricerca di medaglie bensì di
denunce, esposti, lamentele e tutto ciò che potrebbe elargirgli quel quarto
d’ora di protagonismo.
Il nostrano
Muttley è un bel esemplare di circa 170 cm , dal peso che può arrivare anche ai
75kg, con una testa grossa e prominente caratterizzata da lievi rughe e pelle glabra,
che gli assegnano un’aria molto simpatica e bonaria. Le orecchie lunghe, capelli
corti ma molto fitti e resistenti che
parte dal castano chiaro fino a quello scuro. E’ un mammifero semplice, giocoso
e scherzoso. E’ sempre pronto a divertirsi,
specie con i bambini e ha dalla sua, una bontà assoluta; ma è un “finto buono”
che concepisce l’attacco e la difesa e per questo può essere usato come
guardia. Possiede una imitata pazienza, una pseudo-dolcezza che illude il
prossimo e lo porta veramente ad innamorarsi di lui. Ha una evidente curiosità
e una mediocre intelligenza ma, in compenso, una spiccata capacità di adattarsi al carattere del
padrone, di cui diviene un compagno fedele e per sempre amico.
La caratteristica
per eccellenza è il suo naso. La natura ha voluto dotarlo di un particolare che
nessun essere vivente avrà mai al suo
livello: il fiuto. Un naso molto, molto sviluppato, con più di 10 milioni di
ricettori, che gli consentono di avere
il fiuto più potente di tutta la popolazione locale che sfrutta per annusare
ovunque il losco, lo stratagemma, il disonesto, lo sporco per poi provvedere,
con la sua innata mania di protagonismo, a denunciarne il fatto e di
conseguenza l’apparizione sui giornali, riviste, volantini ed ogni mezzo utile
per mettere in evidenza la sua ossessione.
È sempre presente nei luoghi più comuni e, alle
assemblee, partecipa con entusiasmo ed energia, ma ogni suo intervento è accompagnato da un qualche
battuta divertente qua e là che non migliora la diagnosi di un testo artefatto
e precompilato dal redattore di turno; la sua lettura è unita ad una
recitazione risibile e tragica nello stesso tempo.
La
caratteristica predominante è quella di: “Armammece e jate!”, è il primo
a rivolgersi al “zaccagarbùj” (azzeccagarbugli)
di turno a sottoscrivere le delazioni,
ma al momento della resa dei conti ovvero quando
può mostrare il fianco all’antagonista, deserta la scena nascondendosi dietro
ad aleatorie giustificazioni del caso…
È comunque un personaggio più florido e
grottesco che sia dato immaginare; il suo passaggio desta l’attenzioni dell’intera
comunità che nutre in lui una sarcastica simpatia… non è difficile
riconoscerlo, trascorre le sue giornate con a seguito una moltitudine di
interrogativi che esterna, al primo che capita, facendogli ammirare la sua
immagine impressa sui quotidiani a mò di bella mostra e per compiacersi. Dovrebbe
invece, anziché perdere tempo a
battere strada, ad andare a lavorare nei campi piuttosto che pavoneggiarsi a
paladino della giustizia delle cause perse.....
La sua rappresentazione
mi ripugna, sotto due aspetti; nutro, nei suoi confronti, due fondatissime confutazioni.
Primo, le oscure origini, il suo comportamento, il suo modo di predisporsi al
prossimo l’hanno fatto innalzare a
dignità che i suoi padri non avrebbero neppur sognato; secondo, la sua ignoranza,
le sue indelicate esternazioni, il suo
essere rappresentante del popolo danneggia nel modo più orribile la gioventù, l’intelligenza
e il vigore di un uomo. Anche di lui, il popolo dovrebbe disfarsene…
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