All'avvento dell'uomo sulla Terra ha origine uno
scontro tra Prometeo e Zeus: il primo, di origine divina, rappresenta un
tramite tra il mondo degli immortali e quello dei mortali, mentre Zeus è il
celebre padre degli dei. Quando gli uomini e gli dei si contendono il possesso
di un bue, Prometeo divide "con animo consapevole" l'animale in modo
iniquo, mettendo da una parte la carne avvolta dalla pelle e da un'altra le
ossa avvolte nel grasso. La contesa ha quindi una motivazione
"economica" legata al possesso delle risorse ed è evidente il tema
dell'inganno.
Prometeo sfida Zeus in uno "scontro di
astuzie" in cui "il padre degli uomini e degli dei" non riesce a
trionfare: egli sceglie la parte del bue contenente le ossa e si infuria quando
scopre l'inganno.
Zeus è indignato e reagisce alla sconfitta in modo
violento e prepotente: priva l'uomo del fuoco scatenando un'immediata reazione
di Prometeo. Egli, infatti, ruba il "bagliore lungi-splendente" del
fuoco e lo riporta ai mortali.
Dalla sua vendetta ha origine un'altra vendetta: Zeus
crea la donna paragonata al fuco e ritenuta quindi un male che rovina l'uomo in
quanto egli è obbligato a compiacerla, prigioniero della sua bellezza e del suo
fascino.
Le conseguenze delle azioni di Prometeo ricadono
sull'uomo stesso che viene descritto come succube degli eventi: questa visione
malinconica dell'individuo è tipica della concezione antropologica greca. I
temi ricorrenti sono quindi l'inganno, la vendetta e l'assoggettamento
dell'uomo agli eventi.
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