mercoledì 14 gennaio 2015

Teverola: Urbanistica, la priorità è di salvaguardare la salute e l’ambiente

Nel Programma triennale dei lavori pubblici comunale,  la tutela della saluta è in terzo piano, per gli amministratori la priorità è per le opere di mobilità ed infrastrutture.

Le continue dipartite di bambini e giovani per tumore è sempre doloroso. Nell’Agro aversano, in questi ultimi periodi, troppe tragedie hanno colpito le famiglie dei scomparsi che hanno reso ulteriormente angosciose  le domande che percorrono le coscienze di tanti cittadini. Lasciare questa terra, andare altrove, lasciare gli affetti e abbandonare tutto è la soluzione per quanti credono che sia tutto finito e ridurre il rischio per l’incolumità della propria persona. Combattere, manifestare, ostacolare  un degrado è l’altra faccia della medaglia; la voglia di riscatto,  di resistere è la ragione per dare un senso alla vita stessa e all’appartenenza a questa terra che ha dato i natali.
Tra questi quesiti si consuma il tempo e a prescindere dalle risposte è difficile incontrare un cittadino che resta indifferente a questa problematica che tocca ognuno di noi.
Fa parte di ognuno di noi dedicare le colpe al prossimo,  ognuno di noi non si sente colpevole e affonda le colpe alle  istituzioni pubbliche, responsabilità che soggettivamente esiste, e non si può negare la situazione attuale e  accertare le  relazioni tra l’insorgere di gravi patologie e l’inquinamento.
Non si tratta di colpevolizzare coloro che sono stati “sordi” agli scempi che si sono consumati anche in questa città, ma parte di questi hanno una carta d’identità;  altri, forse  non si conosce l’esistenza.
I teverolesi hanno il diritto di sapere, hanno il diritto di tutelare la propria salute e l’ente locale non può esimersi di farlo. È inammissibile pensare che gli amministratori, con agilità colpevole e dubbia, non possono far niente e lasciano irresponsabilmente la  comunità alla propria sorte.
I problemi ambientali sono prioritari e la classe politica cittadina deve agire in modo adeguato alle richieste della comunità; l’Amministrazione comunale deve tutelare la salute con le proprie competenze e funzioni.
La continua “sordità” e il rimandare rendono inesistente la credibilità di una politica per l’ambiente.
Non ultimo la politica in tema di  urbanistica ovvero gli  indirizzi con la quale vengono  individuate le priorità dell’azione di governo,  il documento che l’esecutivo ha adottato, prevede, tra gli obiettivi qualificanti e immediati, le opere di mobilità ed infrastrutture ovvero la viabilità della futura urbanizzazione comunale giusto risultato del nuovo “PUC”  e rimanda ai prossimi anni l’istallazione di due nuove centraline di monitoraggio degli inquinanti atmosferici senza considerare che il caso emblematico della prolungata disinformazione dell’attività di monitoraggio dell’aria delle due centraline già esistenti che apparentemente non svolgono più alcun tipo di controllo.
Sordità alquanto rimarcata considerando la richiesta di un tavolo di lavoro in materia ambientale avanzata da un’associazione locale. Amministrazione cieca alle altre forme di inquinamento come le attività mai censite dell’area PIP, la quantità abnorme di amianto presente nell’ex Mulino Chirico, la presenza di materiale speciale all’interno della dismessa centrale elettrica, presunto inquinamento della falda acquifera, presenza di rifiuti tossici nell’area ASI e altro ancora; per queste problematiche si agisce con confusione e leggerezza politica. 
È giunta l’ora che l’Ente comunale mostri rispetto per le preoccupazioni dei cittadini e rimediare alle mancanze senza peccare d’orgoglio e trascinare con se e con le valutazioni (discutibili) il destino di un’intera comunità.
A tale scopo urgono segnali politici energici; il continuo operato inconcludente è l’innesco di una esplosione incontrollata, continuare ad avere assessori  che scaldano la sedia è, a questo punto, una degenerazione politica, come mantenere al proprio posto chi si è guadagnato un’indennità pubblica, onerosa per i cittadini, non comprendendo neanche il perché.
(da "ZOOMIN" dic. 2013)

domenica 4 gennaio 2015

Teverola nelle mani delle persone per bene

Chi di voi non ricorda una famosa pubblicità, forse la più bella, dove un professore entrando in classe trova un profilattico, ancora nella sua confezione originale e si rivolge all’aula, gremita di studenti, con uno sguardo intimidatorio e con tono grave: “Di chi è questo?”. I giovani della scuola superiore si guardano preoccupati con il panico impresso nei loro volti. Tra i tanti, un ragazzo si alza in piedi e convinto dice: “è mio”, immediatamente a seguirlo si alza l’intera classe dicendo in coro: “è mio”. Sicuramente con questo “spot” si è incrementata la vendita del prodotto ma, analizzando la scena, si ha l’impressione che i studenti, davanTeti al potere del professore di mostrare quella “cosa” , si mostrano prima “timorosi” poi esternano la loro maturità, assumendosi solidalmente la responsabilità verso quel professore che era stato capace, di reprimere e di minacciare con il suo sguardo e il modo in cui si poneva.
Se quella domanda fosse stata posta ai cittadini di Teverola, quante persone si sarebbero alzate in piedi e dire: “è mio”?
A volte rifletto sulle condizioni della nostra città e mi viene un senso di rabbia e, in eguale misura,  rassegnazione. Rabbia per quello che si potrebbe fare per la nostra Città, rassegnazione perché consapevole che queste cose non potranno essere realizzate perché il livello di irresponsabilità e di coercizione popola l’animo di tanti.
Teverola è abbandonata a se stessa con l’approvazione di tanti che non vogliono vedere o ignorano, ma preferiscono dichiarare la loro insofferenza mostrandosi disinteressati quando invece dovrebbero essere stimolati per avviare una fase di cambiamento.
Quanti conoscenti, amici o sconosciuti si lamentano della politica, di chi ci amministra, del nostro “sistema” ma poi al momento delle scelte tutte le proteste sfociano nella riconferma, a volte con un risultato migliore, delle stesse persone.
Mi riferisco alle “persone per bene” cosi si fanno chiamare,   sono numerosi e  sono molto, molto, molto pericolosi perché si insinuano nelle menti deboli, nei giovani e cercano di farli ragionare come loro, professionisti che hanno sempre criticato, a volte con atti formali, questo “regime dolce” ma poi al momento delle decisioni importanti sono diventati “amici” scambiandosi addirittura “cortesie”. Mi riferisco a quei  detentori di un  pizzico di genialità che li rende persone di ingegno che hanno iniziato la loro carriera professionale proprio con la “mortificazione” di Teverola, ma ahimé,  si nascondono dietro  “nomignoli”, ad esternare il loro disappunto e ridicolizzando  il prossimo, per poi nascondere goffamente la propria incapacità a comprendere le problematiche e il proprio fallimento di non fare nulla per risolverle, problemi che ci umiliano, ci mortificano, ci sconfortano; si rimbocchino le maniche e prendano esempio da quanti, in condizioni analoghe, garantiscono risultati degni di menzionare i loro nomi.
Il ruolo di queste persone “perbeniste” porta a riconfermare questi figuri che, indossando la maschera del “professore”, non hanno vergogna, non si dimettono ne ammettono i propri errori, non si sentono nemmeno responsabili di quello che fanno o non fanno ma lasciano frustrati quelli che lottano per mantenere i loro impegni, il loro sostentamento e la loro dignità.
Questa è la nostra dura realtà,  fino a quando tutti insieme non ci decidiamo di alzarci  e dire in coro  “Teverola è mia”, ma senza una bella bufera, il cielo non potrà tornar sereno…