venerdì 9 maggio 2014

L’illusione della “buona stagione”

Archiviato con grandi riconoscimenti, il progetto di dare voce all'altra Teverola a quella che qualcuno vorrebbe far tacere, le aspettative intorno al cambiamento erano iniziate a farsi più pressanti: dopo aver applaudito i movimenti, la linea, le parole, i gesti ora si attendevano, insomma, le prime vere decisioni impegnative. Perché è vero che, come evidenziato in varie occasioni, si era  risvegliato l’entusiasmo del cambiamento  che sembrava essersi chiuso in una camera stagna nella consuetudine; si era optato per il dialogo anziché persuadere a colpi di azioni decise e mirate il coinvolgimento di tutte le forze sane e laboriose alla legalità di cui a  Teverola pullulano in silenzio.
Si è seminato il panico tra i vecchi dinosauri della politica(?) ma non si è cambiato una virgola del longevo modo di fare, di comportarsi, di amministrare.
Ma le manovre, i gesti, le parole per quanto importanti possano essere, non risolvono le problematiche quotidiane, né comportano di per sé una nuova e sognata buona stagione.
Dunque si deve andare oltre i gesti, favorendo una nuova unificazione  di chiunque abbia voglia di impegnarsi per Teverola ed è animato da un unico interesse per il bene comune ovvero di nuovi intendi  che consentano di condurre i grandi cambiamenti della nostra realtà.
Urge una compagine che modifichi il corso della storia cittadina, sia capace di  risolvere divisioni ideologiche sempre più profonde e presenti nel contesto politico/amministrativo; urge una persona che riesca a non richiamare verso di se solo attrazione che può risultare dannosa, ma  deve pacare  l'illusione che i tormenti della  comunità possano essere risolti  da un solo uomo, tanto più se nuovo,  in virtù di una esperienza ventennale oligarchica di cui i teverolesi ne pagano le conseguenze.

Sulla concretezza, dietro a movimenti ed atteggiamenti che dischiudono l’aspettativa di un nuovo rinnovamento,  di un progetto solido e fattibile di rinnovamento, di una politica costruttiva e vicina ai cittadini intensamente e chiaramente indebolita, le forze sane si inizino ad interrogare, ad esaminare le  possibilità reali di cambiamenti profondi e stabili, anche a fronte del pericolo che il lavoro di chi aveva tracciato le fondamenta  restino senza rimbombo in una prassi consolidata da precedenti esperienze. In tale senso  bisogna comunque superare gli ostacoli  dovuti al profilo e alla  incorruttibilità di alcuni “papabili” alla guida di questo mutamento,  poiché in gioco c’è  il “cambiamento”, che deve essere sostenuto e coadiuvato, nel segno della collegialità, da coloro che sono maggiormente rappresentati.

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