mercoledì 18 settembre 2013

Il nostrano "parassita"

Avete presente un pidocchio? Piccolissimo animale parassita che vive parzialmente o totalmente a spese di un altro individuo (detto ospite)? Bene, nella nostra cittadina ne risiedono in abbondanza in particolar modo sugli scranni regali; personaggi che  ricavano  il maggior utile dal “potere” dei vicini di banco e restano inermi facendo finta che nulla succede.  Se ne stanno fermi come piccoli cuccioli, in attesa che arrivi la propria mamma a difenderli in caso di pericolo e, a mo’di protezione, si nascondono dietro di lei senza guaire, quasi non respirando!
Qualcuno si domanda: ma cosa fanno? Qualcuno, avvalendosi dell’attenuanti “generiche” di  essere novello, si è creato un alibi di ferro, ma gli altri? Quelli che per circa un trentennio stanno ricoprendo una sorte di posto fisso? Naturalmente la risposta è semplicissima, occupare quella posizione, a prescindere dalla posizione sociale,  indica in ogni caso il “potere”.
Stanno li senza nemmeno conoscere il proprio ruolo, ma preferiscono stare “attak-kati” alla sedia.  L’attaccamento alla sedia dei nostri piazzisti e tale dall'aver creato un vero  e proprio sodalizio: quello dei “sediari”.
Chi detiene il potere, o chi aspira a tale, rimanendo seduto a lungo, non solo considera il suo status come  diritto indelebile, ma adotta tutti i stratagemmi per costruire un potere di carattere personale impedendo il “naturale” ricambio della classe dirigente, espedienti che sono incompatibili con il nostro sistema democratico.
La cosa che ci conforta è il fatto che i nostri “parassiti” non pretendono robe grosse; loro si accontentano di  poco: qualche scrutatore, qualche posticino alla gita degli anziani, qualche loculo in più (non si sa mai), un po’ di pubblicità professionale, altri piccoli numeri irrilevanti ovvero  qualche cortesia all’elettorato pronto ad essere rinfacciato, nei periodi opportuni quando, per magia, si svegliano dal lungo letargo.
Altri, i più svegli tra i sonnacchiosi, si spingono oltre il “loculo”  o la “gita” e ad ogni tornata elettorale  si fissano dell’idea: “o' postò e' candidàt a Sindàc e mie” ma poi scappano al primo suono di tacco sciogliendosi come neve al sole.

Le loro piccole pretese gli consentono di  riproporsi elezioni dopo elezioni e puntualmente ogni volta ce li troviamo di nuovo “attak-kati” e, come al luna park “un altro giro, un’latra corsa”, iniziano di nuovo i giochi. E giocando, giocando  perché non giocate anche voi? Provate ad individuarli (non è difficile) e mandateli a quel paese una volta e per sempre; e se qualcuno dovesse  sbagliare, non vi preoccupate, stavate pur giocando, non vi sembra?

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