Dum Romae consulitur, Saguntum
expugnatur! mentre a Roma si discute,
Sagunto viene espugnata è la locuzione latina che, in questo periodo, si sposa perfettamente alla piccola cittadina di Teverola.
Mentre i cittadini scendono in strada
per sensibilizzare le istituzioni sulla problematica “Terra dei fuochi” e
per dire basta allo scempio del
territorio, nelle stanze del palazzo municipale invece si infittisce il giallo sull'attentato di qualche giorno fa nei confronti della locale polizia municipale.
“ Teverola
sprofonda nei tempi bui della camorra…; non c’è volontà per risalire alla
verità; non ci faremo intimorire” sono queste alcune delle righe che da
giorni si susseguono a fiumi sulle pagine dei media.
“Le
attività di polizia giudiziaria vengono rese difficoltose dalla condotta
“restia di favella” da parte di amministratori e dipendenti comunali”,
lamentano gli inquirenti, ma se non ora che la presenza dello Stato è più
vicina al cittadino, quando si abbandona questo comportamento che fa rivivere tempi in cui le istituzioni
stesse erano forse preda di un terrore disseminato dalla criminalità
organizzata, che senza pudore, avvelenavano il
territorio? Sono risposte che tarderanno ad arrivare.
Il balletto omertoso tra chi vuol
mantenere posizioni di privilegio e di impunità continua imperterrita, non si vuole buttare via quella maschera che per decenni si
insedia tra coloro che dovrebbero sostenere gli interessi del bene comune.
Il popolo ha bisogno, in una realtà dove i rappresentanti
devono stare con il popolo e non lontani dal popolo, di sostegno di aiuto a
combattere quel morbo che si insedia ovunque. Urge il bisogno di accelerare quel
continuo ed opprimente ritardo della verità.
Verità, in merito ad altre indagini condotte dalla Guardia di Finanza, dalla Procura della
Repubblica, dalla Squadra Mobile che tardano ad arrivare; come tardano ad arrivare le decisioni in merito ad altri accertamenti
sulle attività amministrative dell’esecutivo Lusini iniziati già all'indomani del
suo insediamento e che tuttora interessano le autorità giudiziarie con un
continuo via vai delle “fiamme gialle”
dalla casa comunale.
Sotto riflettore l’appalto della piscina comunale, i sottotetti abusivi,
edilizia privata, il cimitero e per finire il PUC che ha avuto un percorso contestato
e travagliato da attirare le attenzioni della Commissione consiliare per la trasparenza della Regione Campania, presieduta da Nicola Caputo, che proprio in
un’audizione (ancora aperta nda) furono evidenziati dei vuoti legislativi nonché
un’occasione per interfacciarsi con la
Provincia. Osservazioni che l'Ente sovracomunale non lesina a determinare,
con la richiesta formale di integrazioni e modifiche sostanziali al “Piano
della discordia”
Si attende imperterriti la verità...
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