Dopo la seduta del Consiglio comunale dello
scorso 22 ottobre, stupefatto dall'amorfo comportamento dei consiglieri di
maggioranza e della particolare conduzione dell’assise da parte del presidente,
ho messo su qualche rigo con la speranza di apportare un qualche contributo all'azione continua che l’opposizione sta portando avanti con un impegno e una
passione che, tra l’altro, condivido pienamente.
Senza tante difficoltà,
la maggioranza ha chiesto di votare e ha votato immediatamente tutti i punti all'ordine del giorno dando ascolto, ma solo per una pura formalità, alle
osservazioni che le forze di minoranza volevano far valere.
Si è passati in seguito
alle interrogazioni senza far mancare le retoriche dichiarazioni di come
regolamentarle. Si parla da diverso tempo, infatti, di rivedere il Question
Time, uno strumento democratico utile a consolidare il dialogo tra maggioranza
e opposizione, ma come sempre bisognerebbe prima mettersi d’accordo sulla
forma, senza tener conto della sostanza.
Le interrogazioni sono gestite sempre dal Sindaco e mai nessun componente della
Giunta prende la parola, i presenti come dei ginnasti vivacizzano con la loro
presenza la sala consiliare allenando i loro bicipiti a ogni alzata di mano.
Ed è proprio questo tipo
di atteggiamento poco incisivo, informe e particolarmente lontano dalle
necessità e dai bisogni dei cittadini teverolesi che ha fatto regredire la
nostra città di oltre venti anni.
Ma c’è anche un’altra verità assurda e ai limiti del ridicolo: la giunta e i
consiglieri stanno lì seduti quasi a nascondersi tra gli scranni ad alzare la
mano solo all'occorrenza la verità e che la pessima qualità dei
rappresentanti, l’inefficacia dei partiti, l’inesistenza di movimenti politici,
l’inerzia delle associazioni e la politica stessa di questa maggioranza hanno
fatto mancare il confronto e il dibattito, contribuendo nel corso degli anni
alla perdita di valori.
Non ci sono più idee. La
maggioranza si sfascia, si trasforma e si ricompone, ma solo su equilibrismi
temporali: per gli stipendi, per gli incarichi et similia…
Le nuove leve non sanno
cosa sono e non interessa loro saperlo. Per costoro la politica serve solo a
rimediare qualche voto, a coltivare qualche amicizia e per assicurare a parenti
e amici i frutti derivanti dal loro supporto.
Le vecchie glorie sono
interessate solo a elargire prebende per mantenere i loro “numeri”, a usare la
politica per macinare interessi personali.
In aula, al momento
delle grandi decisioni, si sentono solo frasi fatte, solo retorica.
Essi dimostrano che non sono una classe dirigente poiché non hanno
autorevolezza e caratura morale.
Hanno un bagaglio culturale carente e valori che non servono a far crescere la
città. Si fingono dirigenti ma non lo sono; sui marciapiedi e nei corridoi
della casa comunale si offendono tra di loro, spettegolano, calunniano. Sembra
che non sappiano fare altro.
Teverola ha bisogno di
una scossa; occorre un cambio generazionale della classe dirigente, di progetti
di rilancio coraggiosi, innovativi, concreti in termini d’infrastrutture e di
servizi che le consentano di uscire dalla posizione di emarginazione nella
quale è caduta. Teverola ha bisogno di giovani emergenti che si mettano in
gioco.
E’ arrivato il momento
di avere fiducia e di riappropriarsi di un futuro che nessuno regalerà. E’
arrivato il momento di uscire fuori e conoscere il mondo che ci circonda e provare a
pensare in quale società si vuol vivere e far crescere i propri figli.
Il futuro è nei giovani.
Anche loro vivono la città. Anche loro sanno quali sono i problemi e i bisogni
da affrontare e risolvere.